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DAVIDE MARCESINI

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Stefania è quella grande, con la carriola. Nel marsupio è nascosta Dafne.

Senza seggiovia: storie di ordinaria resistenza in montagna.

October 27, 2015 in storie in corso

"I giornali parlano di tutto, tranne che del giornaliero. Quello che succede veramente, quello che viviamo dov’è? Il banale, il quotidiano, l’evidente, il comune, l’ordinario, l’infra-ordinario, il rumore di fondo, l’abituale, in che modo renderne conto, in che modo descriverlo? Forse si tratta di fondare la nostra propria antropologia: quella che parlerà di noi, che andrà cercando dentro di noi quello che abbiamo rubato così a lungo agli altri."

(Georges Perec – L’infra-ordinario 1973)

Citazione della citazione di Perec dal post odierno di Sara Munari, arrivato proprio mentre sto per pubblicare questa fotografia: la faccio mia perchè è troppo calzante, non resisto.

In montagna, anche sul nostro Appennino a portata di wi-fi, il quotidiano è molto particolare. Non c'è nulla di ordinario, per scaldarsi si possono anche pigiare pulsanti vari, ma è troppo normale, economico, andare a legna (non vorrai mica usare quella pazzesca invenzione del pellet?!?). E la legna si prende con carriola e bambina nel marsupio.  

Sto fotografando da tempo la vita ordinaria di persone che hanno scelto di stare in montagna, volendolo. Potrebbero scendere, stare più comodi e mettere la sveglia due ore dopo: in pianura tante cose son scontate, non serve telefonare allo spalatore per sapere se oggi riesce a raggiungerti. 

Comincio dalle donne perchè su di loro spesso la pressione è più alta. All'uomo, come si sa, basta un bar aperto nel raggio di 15 chilometri.

Forse siamo noi fuori dall'ordinario: quelli che vivon d'estate con il giacchetto sotto l'aria fredda e l'inverno stiamo in casa in mutande.

 

 

 

Tags: montagna, storie, reportage, donne, quotidiano
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