DAVIDE MARCESINI

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Dalla Magra al Golfo dei Poeti/3

La spiaggia di Fiumaretta stirata dalla tramontana invernale, sullo sfondo il monte Sagro e l'immenso bacino marmifero di Carrara: non tutto il bianco che si vede è neve.

Siamo sul mare ma lo sguardo scivola oltre, fino ai monti, mi succede sin da piccolo. Sapevo che il padre di mio padre veniva da lassù, metteva bombe sotto quelle vette per raccogliere sassi bianchissimi e preziosi, ma non come l'oro dei fumetti, questi sono molto più grandi. Vanno per il mondo in pezzi enormi, per portarne un paio ci vuole un camion, ci fanno palazzi da re. Poi se n'era andato con la nonna per un lavoro a Spezia, destino comune a quei tempi, dicevano si stesse bene. Non ho mai capito come potesse essere meglio che stare in un posto così bello a fare i botti. Ma per me rimase un mito, ora costruiva le navi. Dopo un po' tornò indietro perché a Spezia le bombe cadevano dal cielo. Lo fece solo dopo che una lo spedì per una settimana su una porta a mo' di barella, ospedale in difficoltà:  i medici aspettavano solo che togliesse il disturbo, in quei giorni si pensava solo a chi sembrava potesse farcela. La vigilia di Natale si svegliò bestemmiando perché non gli davano da mangiare.