DAVIDE MARCESINI

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Piccolo uomo davanti al monte

Salendo dal Passo Pradarena al monte Cavalbianco prima dell'alba. Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano

 

Approfitto di questa piccola figura umana, riferimento nel buio per il compagno che sale.

Ho idea che la fotografia sia qualcosa di più che la produzione di oggetti esteticamente appaganti. Un piccolo seme che può far scattare un pensiero. Ma ho da tempo la sensazione che il mio “tempo” fotografico trascorra spesso in cose inutili. Non quelle di lavoro: per la romantica, retorica immagine dell’artista non si può dire, ma in realtà  ho il sospetto che le uniche mie immagini utili siano quelle che qualcuno mi commissiona e paga: servono al cliente, servono a me per mantenere le la mia famiglia. Nulla di più importante. Forse neppure l’esigenza naturaleper   ogni autore di esprimere le proprie idee. Sempre più spesso però immagino che si possa aggiungere un altro livello di “utilità”: scoprire, far conoscere, sottolineare storie che meritano di essere ascoltate. 

 

I primi racconti dell’uomo nascono da esigenze essenziali, vivere, mangiare e far famiglia. Pure divertirsi davanti ad un buon tavolo imbandito. O perdere tempo salendo “inutilmente”, meravigliosamente, le montagne. E quell’omino al buio davanti allo spazio innevato mi fa pensare alla storia che sto iniziando a raccontare.

Parla di resistenza, fantasia e gioia di vivere contro ogni buonsenso: di tutte le persone che invece che cedere all’ovvio, naturale istinto di andare verso il basso, cioè in pianura, si inventano il modo di vivere in montagna. Quasi sempre si tratta di “rimanere a vivere”, ci vuole un po’ di fisico, esserci nati. Ma ci sono anche  fantasiosi personaggi che  barattano la comodità per scoprire che la fatica non è un “nonostante”.

Continuare ad andare in montagna, anche per lavoro, mi ha regalato notti meravigliose sdraiato in un buco, e incontri fantastici. Forse tutto e tutti mi sembra desiderabile perchè in fondo guardo dal di fuori, con gli occhi di un cittadino che vede solo il pittoresco. Ma ormai frequento qualcuno di questi  da abbastanza tempo per dire che sulla bilancia vince il “pro”.

Quindi, grazie alla loro disponibilità e al loro amore per i monti, incomincerò a parlare, fotograficamente, di Andrea, Fabrizio, Cristian e tutti gli altri che preferiscono vivere senza fare la spesa con il carrello.

 

P.s. : la foto è una scusa, in fondo si andava solo a divertirsi. Però è pur sempre un divertimento che inizia ore prima del buio per mettere i ramponi sulla neve  sottozero, un  vento, quell'alba,  da non stare in piedi. Nulla di seriamente alpinistico, ma abbastanza faticoso, per avere solo una foto, che mi sento autorizzato ad usarla come inizio della mia storia.